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Cyberbullismo

Documenti per contrastare il cyberbullismo

Descrizione

Il referente cyberbullismo del nostro Istituto è indicato nell’organigramma.

Con il termine cyberbullismo (“bullismo elettronico” o “bullismo in internet”) si intende una forma di prevaricazione mirata a danneggiare una persona o un gruppo, ripetuta e attuata attraverso l’utilizzo delle Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione (TIC).

Sul piano internazionale il bullismo è definito come un’oppressione, psicologica o fisica, reiterata nel tempo, perpetuata da una persona o da un gruppo di persone “più potenti” nei confronti di un’altra persona percepita come “più debole”.

Le caratteristiche di questa condotta sono: l’intenzionalità, la persistenza nel tempo, l’asimmetria di potere e la natura sociale del fenomeno.

È inoltre importante considerare, al fine di una immediata differenziazione di questo comportamento da altri:

1. l’età – il bullismo è una forma di prevaricazione tra coetanei (bambini e adolescenti) che va differenziato da fenomeni di altro tipo che vedono, ad esempio, coinvolte tra di loro persone adulte o persone adulte con minorenni;

2. il contesto: il bullismo nasce e si sviluppa prevalentemente nel contesto scolastico;

3. altri fenomeni come, ad esempio, la devianza giovanile in quanto espressione di varie tipologie di condotte che presuppongono, a differenza del bullismo, la commissione di un reato (a tal fine, è importante considerare anche l’età di chi commette questa azione ricordando che il nostro c.p. prevede che una persona possa essere considerata imputata a partire dai 14 anni). Nello scenario virtuale, azioni di bullismo reale possono essere fotografate o videoriprese, pubblicate e diffuse sul web (social network, siti di foto-video sharing, email, blog, forum, chat, ecc.) trasformandosi in vere e proprie azioni di prepotenza informatica, di persecuzione, di molestia e calunnia.

Le azioni aggressive possono esplicitarsi anche solo attraverso l’utilizzo diretto delle tecnologie: la diffusione, ad esempio, di foto private all’insaputa della vittima designata, l’invio ripetuto di messaggi offensivi e denigratori, la costruzione di profili “fake” con lo stesso obiettivo, ecc. Si tratta di azioni aggressive che possono ledere fortemente il benessere psico-fisico di chi le subisce.

Il cyberbullismo, come il bullismo tradizionale, è considerato un fenomeno di natura socio -relazionale che prevede un’asimmetria della relazione tra coetanei, ma si differenzia però per diversi elementi.

Le caratteristiche distintive del cyberbullismo sono:

a. l’anonimato reso possibile, ad esempio, attraverso l’utilizzo di uno pseudonimo;

b. l’assenza di relazione e di contatto diretto tra bullo e vittima. Nel bullo può contribuire a diminuire il livello di consapevolezza del danno arrecato e, d’altra parte, nella vittima, può rendere ancora più difficile sottrarsi alla prepotenza;

c. l’assenza di limiti spazio-temporali (motivo per cui l’elemento della “persistenza del tempo” che caratterizza il bullismo tradizionale assume qui valore e significati differenti);

d. il maggiore rischio di assumere delle convinzioni socio-cognitive come il “disimpegno morale”: le caratteristiche di anonimato e di difficile reperibilità, possono indurre più facilmente il bullo (ma anche gli spettatori) ad una giustificazione della condotta.

Si possono distinguere otto tipologie di cyberbullismo, differenti per la modalità attraverso la quale si manifestano e lo “spazio” o contesto virtuale in cui si inseriscono:

1. flaming: l’invio di messaggi online violenti e/o volgari mirati a suscitare scontri verbali;

2. harassment: l’invio ripetuto di messaggi insultanti con l’obiettivo di ferire qualcuno;

3. denigration: il parlar male di qualcuno per danneggiare la sua reputazione, via e-mail, messaggistica istantanea, etc.;

4. impersonation: la sostituzione di persona, il farsi passare per un’altra persona e inviare messaggi o pubblicare testi reprensibili;

5. exposure: la pubblicazione on line di informazioni private e/o imbarazzanti su un’altra persona;

6. trickery: l’inganno, ovvero ottenere la fiducia di qualcuno per poi pubblicare o condividere con altri le informazioni confidate;

7. exclusion: escludere deliberatamente una persona da un gruppo, per ferirla; 8. cyberstalking: ripetute e minacciose molestie e denigrazioni.

8. cyberstalking: ripetute e minacciose molestie e denigrazioni.

Da una ricerca condotta da Telefono Azzurro emerge che il responsabile degli episodi di cyberbullismo fa parte della cerchia delle persone conosciute dal bambino/adolescente. Si tratta infatti di un amico o un conoscente nell’82,4% dei casi.

Indicazioni operative

Una prima indicazione da tener presente per intervenire efficacemente in queste situazioni è capire se si tratta effettivamente di cyberbullismo o di altra tipologia di comportamenti disfunzionali.

Oltre al contesto, altri elementi utili ad effettuare questa valutazione sono le modalità in cui avvengono (alla presenza di un “pubblico”? Tra coetanei? In modo cronico e intenzionale? etc.) e l’età dei protagonisti. Si parla infatti di cyberbullismo solo se le persone coinvolte sono minorenni.

Una seconda indicazione operativa concerne una valutazione circa l’eventuale stato di disagio vissuto dalla/e persona/e minorenne/i coinvolte per cui potrebbe essere necessario rivolgersi ad un servizio deputato ad offrire un supporto psicologico e/o di mediazione.

Le strutture pubbliche a cui rivolgersi sono i servizi sociosanitari del territorio di appartenenza (ad esempio: spazio adolescenti, se presente, del Consultorio Familiare, servizi di Neuropsichiatria Infantile, centri specializzati sulla valutazione o l’intervento sul bullismo o in generale sul disagio giovanile, i comportamenti a rischio in adolescenza, etc.). Nel caso in cui si ipotizzi che ci si possa trovare di fronte ad una fattispecie di reato (come ad esempio il furto di identità o la persistenza di una condotta persecutoria che mette seriamente a rischio il benessere psicofisico dell’ adolescente coinvolto in qualità di vittima) si potrà far riferimento agli uffici preposti delle Forze di Polizia per inoltrare la segnalazione o denuncia/querela e permettere alle autorità competenti l’approfondimento della situazione da un punto di vista investigativo. E’ in tal senso possibile far riferimento a queste tipologie di uffici: Polizia di Stato – Compartimento di Polizia postale e delle Comunicazioni; Polizia di Stato – Questura o Commissariato di P.S. del territorio di competenza; Arma dei Carabinieri – Comando Provinciale o Stazione del territorio di competenza; Polizia di Stato – Commissariato on line (attraverso il portale http:// www.commissariatodips.it).

 

MANUALE PER RAGAZZI E RAGAZZE VITTIME DI BULLISMO

Quando subisci delle prepotenze ricordati che non c’è un modo giusto o sbagliato di sentirti; tutti siamo diversi e probabilmente proviamo emozioni diverse, chi è più arrabbiato, chi più triste, chi più spaventato. Hai il diritto di dire ciò che pensi e provi, quando fai una richiesta fallo in modo chiaro e fermo.

Di seguito alcuni semplici consigli:

1. Parlane con qualcuno

2. Mantieniti al sicuro

3. Creati una rete di sostenitori

4. Trova delle strategie

 

Se il bullo o gruppo di bulli ti prende in giro

Cerca di controllare le tue emozioni di rabbia e tristezza, se il bullo ti vede piangere o urlare, sarà ancora più soddisfatto perché ha fatto centro.

Preparati in anticipo delle risposte spiritose o divertenti per disinnescare il potere del bullo, vedendoti così brillante non ti prenderà più di mira.

Se il bullo o gruppo di bulli ti provoca

Cerca di ignorare il bullo o impara a dire “No” con tono deciso quando vuole costringerti a fare quello che vuole lui. Mettiti poi al sicuro in un luogo dove ci sono degli adulti.

Se il bullo o gruppo di bulli ti picchia

Evita i luoghi meno controllati

Non reagire anche tu picchiando

Evita lo scontro, lasciagli le tue cose (soldi, compiti, …) ma denuncia subito agli adulti

Se il bullo o il gruppo di bulli ti isola o mette in giro voci false su di te

Cerca di farti degli amici e amiche che condividano i tuoi interessi e i tuoi divertimenti, è più difficile introdursi in gruppi da soli.

Coinvolgi i tuoi amici affinché blocchino questa rete di maldicenze a tuo danno.

Parlane con l’insegnante in modo che possa intervenire, per l’adulto è più difficile vedere questo tipoq di prepotenze.

Scrivi un diario in cui annoti quello che ti sta succedendo. In questo modo potrai essere più preciso e per te sarà più facile raccontare a qualcuno le prepotenze subite.

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